La manifattura si rilancia integrando le competenze
Il gruppo italiano, che produce macchinari per l’imbottigliamento ed è controllato da Investindustrial, ha concluso 24 acquisizioni in 4 anni passando da 100 a 720 milioni di fatturato.
L’ultima acquisizione di Omnia Technologies è stata qualche settimana fa: ha inglobato Acram, un’azienda di microfiltrazione con 7 milioni di fatturato e 40 dipendenti. Poco prima aveva rilevato altre 4 imprese, nei mesi precedenti altre 10. Negli ultimi 4 anni la società ha concluso 24 operazioni di questo tipo facendo lievitare i ricavi da 110 a circa 720 milioni.
Il nome spiega un po’ della filosofia con cui Omnia Technologies è stata creata, fornire una soluzione completa per l’automazione e l’imbottigliamento, usare cioè le tecnologie per arrivare a tutto. «Siamo un grande aggregatore, offriamo ai clienti una piattaforma ingegneristica chiavi in mano, dal processo al packaging», dice il ceo Andrea Stolfa.
Era il 2020 quando il fondo Investindustrial ha iniziato la catena di m&a rilevando Della Toffola, 100 milioni di fatturato, e Bertolaso, 140 anni di storia. Da lì in poi le acquisizioni sono state continue: Tmci Padovan, Omega, Win&Tech, Innotec, Acmi, Tecnomaco, tanto per citarne alcune. Questo ha permesso all’azienda, che porta il nome Omnia Technologies dal 2022, a essere presente in quasi in tutti i settori, dallo champagne ai cosmetici.
«In ogni parte del mondo c’è una bottiglia, un flacone o un contenitore con la nostra tecnologia», dice Stolfa. Oggi l’azienda ha 2.400 dipendenti, 37 siti produttivi e 24 uffici commerciali in Europa, Asia, Africa, Stati Uniti e America del Sud. L’industrializzazione è il perimetro entro cui si muove la strategia, che punta a crescere individuando le imprese con un potenziale specializzato. «Non siamo assemblatori ma ingegneri – spiega Stolfa – costruiamo competenza critica, vogliamo gestire tutto ciò che serve al disegno e alla realizzazione di un impianto».
Il 4% dei capitali di Omnia Technologies viene investito in Ricerca e sviluppo, una divisione composta da circa 400 ingegneri che lavorano quasi tutti in Italia, alcuni in Francia, Cina e Messico. «L’aspetto più interessante di partire dall’Italia è la storia di competenze manifatturiere che ha il nostro paese, un patrimonio che vediamo a rischio e che vogliamo contribuire a salvare», dice Stolfa.
L’idea di integrare aziende di settori diversi è anche finalizzata a fare interagire il più possibile queste competenze perché creino valore. Lo scorso novembre, per esempio, al Salone internazionale delle Macchine per l’enologia e l’imbottigliamento, Omnia technologies ha presentato una tecnologia per la dealcolazione nata dalla collaborazione di tre imprese acquisite negli ultimi anni, cioè Permeare, specializzata nella filtrazione di alta gamma, Frilli, che prima dell’acquisizione faceva per lo più consulenza e oggi si gestisce interi processi di distillazione a basso impatto ambientale e Tmci Padovan, focalizzata negli impianti enologici.
«Integrando le competenze verticali di tutte le nostre aziende vogliamo rispondere a tre aspetti: servizi, sostenibilità, tecnologia». Lavorando con un’unica piattaforma l’obiettivo è di ottimizzare le risorse e presentarsi sul mercato con un’ossatura più robusta. L’80% delle vendite di Omnia Technologies oggi è fuori dall’Italia e la diversificazione delle sedi e dei settori produttivi mira a rispondere alle crisi geopolitiche e commerciali. «Siamo convinti — spiega Andrea Stolfa — che solo tramite le aggregazioni la manifattura italiana possa giocare con i grandi player internazionali». India e Cina sono le aree di prossima espansione. Del resto, il latino Omnia è compreso dappertutto.
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